Descrizione
La Chiesa parrocchiale è dedicata a San Valerio, che la tradizione identifica in un parente omonimo del San Valerio vescovo di Saragozza. E’ qui conservata la reliquia di un dito.
La prima testimonianza di una primitiva costruzione di chiesa intitolata a San Valerio risale alla fine del XIII secolo. L’attuale struttura e’ databile tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo. Venne poi consacrata dal vescovo Scipione d’Este il 30 novembre 1555.
La facciata risale al 1882-83, quando il parroco dell’epoca Monsignor Giuseppe Angelino ampliò la struttura.Un arco trionfale con due colonne domina la facciata (su disegno dell’arch. Gioachino Varino), con le statue dei due co-patroni del paese San Giorgio e San Lorenzo. Sopra la porta centrale è posto il busto di San Valerio.
L’interno della chiesa è stato arricchito a partire dal XVI secolo. L’altare maggiore e la rispettiva balaustra risalgono al 1751, mentre le altre balaustre e l’altare della cappella del Sacro Cuore provengono dalla chiesa della Consolazione (o di S. Croce). Di uguale provenienza sono anche alcune delle tele collocate nell’abside dietro l’altare maggiore, come la Deposizione di Gesù (1622), la Madonna col Bambino e i Santi Carlo e Francesca Romana (1622) di Giorgio Alberini e il Transito di San Giuseppe attribuibile ad Aureliano Milani. Tra le opere conservate c’è la Madonna con il Bambino di Bernardino Lanino (un documento conservato in archivio datato agosto 1580 attesta l’incarico dato a Bernardino Lanino dell’ esecuzione della pala) e la grande tela dell’Assunta del bolognese Aureliano Milani (1726), già pala dell’altar maggiore della chiesa della Consolazione (il disegno preparatorio firmato e datato si trova alla Pennsylvania Academy of the Fine Arts di Philadelphia).Negli anni 1867-69 le volte sono state affrescate da Paolo Maggi con decorazioni di Francesco Ferrari. Sul lato destro dell’entrata si trova la Cappella della Madonna, a croce greca, che risale al 1881. Ai lati dell’entrata sono collocate due preziose lapidi di epoca romana (II sec. d.C.), a memoria del primitivo insediamento romano sulla collina ai piedi della quale sorge l’attuale paese.
Qui è stato battezzato Don Evasio Rabagliati nato il 2 maggio 1920 missionario salesiano in America del Sud.
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Pagina aggiornata il 17/07/2024 09:08:00